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23 ANNI DALLA STRAGE DI MOSTAR

La presidente: “Un bambino alla volta guardiamo avanti grazie alla solidarietà dei triestini. Sono 45 i piccoli accompagnati dalle famiglie portati a Trieste per cure nel 2016.

Il 28 gennaio ricorre l’anniversario della Strage di Mostar, e sono 23 gli anni senza Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota, Dario d’Angelo. 23 anni nei quali il tema dei bambini vittime delle guerre è entrato nel dibattito sociale di Trieste, nella sua storia, nella sensibilità di una città intera.


Per ricordare l’anniversario, e  per dare valore all’impegno che ogni giorno Trieste porta avanti per i bambini in guerra, la Fondazione nata in memoria e sull’esempio di amore e impegno dei giornalisti Rai uccisi ha voluto rendere noto il bilancio della propria attività del 2016, anno importante per quanto riguarda sia il numero di bambini seguiti, sia per lo sviluppo di azioni legate ai bambini che provengono da zone di guerra.

Sono 107, in totale, per complessivi 13.280 giornate di ospitalità, le persone che la Fondazione Luchetta ha aiutato nel corso del 2016: si tratta di 45 bambini accompagnati da genitori, che sono stati ospitati nelle case gestite dalla Fondazione e curati all’Irccs Burlo Garofolo. Bimbi strappati da zone di guerra e da Paesi in estrema crisi dal punto di vista sociale, economico, geopolitico e sanitario zone non in grado di rispondere con adeguate terapie alle necessità urgenti evidenziate dai bambini.

Albania, Kosovo, Ucraina, Palestina, Somalia, Eritrea, Iraq, Bosnia, Marocco, Nigeria, Siria, Camerun e Venezuela: i “bimbi del 2016” della Fondazione Luchetta arrivano da questi territori, e hanno affrontato duri viaggi e momenti di grande difficoltà prima di arrivare a Trieste.

“Il nostro impegno – ha commentato la presidente della Fondazione, Daniela Luchetta – sembra una goccia nel mare della sofferenza e della disperazione di famiglie che vivono in Paesi difficili e non riescono a curare i propri figli. Il nostro impegno è è una goccia di speranza, è la concreta volontà di incidere ogni giorno, per quanto si possa aiutare un bambino alla volta. Non siamo soli in questo impegno, ed è questo che oggi, in un anniversario per noi così importante, che ci riporta al dolore di giorni terribili, abbiamo con noi la gioia degli impegni mantenuti, e dell’aiuto che riceviamo da Trieste tutta”.

Sono oltre seicento, infatti, i donatori che nel 2016 hanno aiutato la Fondazione: 600 tra privati, aziende, fondazioni, organizzatori di iniziative che, a loro volta, hanno coinvolto tante altre persone a donare: “Il 2016 è stato un anno buono per la Fondazione, un anno che ci ha aperti a nuove sfide grazie all’inaugurazione della casa di Bristie; il nostro compito oggi è quello di ricordare i quattro giornalisti che hanno con il loro sacrificio ispirato le nostre azioni, ma è anche quello di ringraziare tutte le persone che hanno donato, chiedendo loro di donare ancora e di coinvolgere altre persone nella donazione”.

“Assistiamo – ha continuato la presidente Luchetta – a un peggioramento delle condizioni dei bambini nei Paesi in guerra. L’inasprimento dei conflitti, la geopolitica del medio oriente ci portano eco di situazioni insostenibili e inaccettabili: noi possiamo pensare solo a un bambino alla volta, ma il farlo ci permette di agire concretamente. Il valore della famiglia per noi è centrale, e dare pace, serenità e cure ai bambini e ai loro genitori è bellissimo, è un’azione che condivido con tutti i triestini che hanno donato e donano alla Fondazione”.

Per tutte le attività che ha avuto la possibilità di svolgere nel 2016 la Fondazione Luchetta ringrazia in particolare Beneficentia Stiftung; Circolo Ricreativo R. Tommasi; Rotary Trieste; BCC Staranzano; la Dott.ssa Carmela.

La Fondazione ricorda con affetto e riconoscenza:
Marino  Steffè, Desi Steffè, Majda Sancin, Nerina Amicucci, Lia Ukmar, Giovanna Birsa, Maddalena Pregazzi, Maria Grazia Luttini che inserendo tra i beneficiari nel proprio testamento la Fondazione hanno permesso di acquisire fondi per aiutare sempre più persone che soffrono.