Inaugurata a Bristie la nuova casa di accoglienza della Fondazione
Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin e ICS inaugurano a Sgonico la casa di accoglienza prevalentemente per famiglie con minori ammalati richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale o umanitaria
Bristie, 13 settembre 2016 – È stata inaugurata questa mattina a Sgonico (Zgonik) la casa di accoglienza destinata prevalentemente a famiglie di rifugiati con minori ammalati. Si tratta di un progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) assegnato al Comune di Sgonico, gestito in sinergia dalla Fondazione Luchetta Ota d’Angelo Hrovatin e dall’ICS.
La casa di accoglienza si trova nella frazione di Bristie, nel Comune di Sgonico, ed è pronta ad accogliere un massimo di venti persone: si tratterà prevalentemente di famiglie con figli che necessitano di cure, per le quali si farà riferimento all’IRCCS Burlo Garofolo.
Il progetto è stato proposto al Comune di Sgonico dalla Fondazione Luchetta Ota d’Angelo Hrovatin, proprietaria della casa che ospita le famiglie, e dal Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiati Onlus, che con il proprio know how, assieme alla Fondazione, gestirà la struttura, i programmi di inserimento sociale e le procedure amministrative di richiesta di asilo. La casa, una dimora carsica con orto e giardino, è stata recentemente ristrutturata e arredata ed è pronta ad accogliere le famiglie.
“L’aspetto più importante di questo progetto – ha dichiarato la Presidente della Fondazione Luchetta Ota d’Angelo Hrovatin, Daniela Luchetta – è il principio che ne sta alla base: la casa di Bristie proporrà un nuovo modello di accoglienza, integrato nel territorio, che nascerà dalla sinergia di due realtà, la Fondazione e ICS, che attualmente gestiscono progetti sottesi da normative diverse, ma che oggi convergono: aiutare i bambini vittime delle guerre è la mission della Fondazione Luchetta, ma non basta più andarli a prendere, perché la nuova geopolitica ci impone di dare una risposta e un aiuto anche a quanti scappando dalle zone di guerra arrivano in Italia stremati, con figli ammalati al seguito. Per queste famiglie abbiamo pensato la nostra casa, affinché trovino un luogo sicuro, in un ambiente confortevole, in una comunità piccola dove possano iniziare a conoscere un nuovo ambiente sociale, e dove abbiano a disposizione per le cure una struttura di eccellenza come il Burlo Garofolo”.
“Negli ultimi mesi sono aumentati in tutta Italia – aggiunge Gianfranco Schiavone, presidente di ICS – gli arrivi di nuclei familiari di rifugiati con minori malati che necessitano di cure. Con l’avvio del nuovo progetto SPRAR, tra i primi in Italia con simili caratteristiche, si predisporrà un posto per l’accoglienza di queste particolari famiglie, che prevede sia la presa in cura dei minori malati, sia il sostegno per la presentazione delle domande d’asilo. È in questo contesto che la sinergia tra la Fondazione Luchetta e ICS trova il suo perché. Al tempo stesso, con l’avvio di un progetto SPRAR che fa capo al Comune di Sgonico (il secondo in provincia di Trieste, dopo quello inaugurato nel 2002 nel capoluogo), si consolida il modello dell’accoglienza diffusa, che mira a un’adeguata distribuzione di rifugiati e richiedenti asilo sul territorio e a un coinvolgimento attivo degli enti locali”.
Il Comune di Sgonico è titolare del progetto, che rappresenta una unicità nell’intera rete SPAR: non si tratta, infatti, di un piano di accoglienza straordinario, ma di un programma stabile dedicato a famiglie e gestito con la collaborazione degli enti locali.
“A seguito del lascito della propria casa alla Fondazione da parte di un nostro concittadino per un fine nobile come la solidarietà – dichiara Monica Hrovatin, sindaco di Sgonico – abbiamo da subito sposato l’idea di un progetto che prevede di accogliere famiglie con bambini, questi ultimi da sempre soggetti più fragili nei contesti di guerra, ancor più se bisognosi di cure. Sono certa che in un contesto tranquillo e accogliente e seguiti da alte professionalità, potranno ritrovare un po’ di serenità e, soprattutto, un po’ di normalità”.