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Via Valussi, una casa per i nostri bambini

Numerose sono le ragioni che hanno spinto la Fondazione all’acquisto del centro di via Valussi.

Innanzitutto delle ragioni storiche, strettamente connesse con la nascita della Fondazione, costituitasi nell’ormai lontano 1994, all’indomani delle tragedie di Mostar e di Mogadiscio, quando quattro lutti colpirono il mondo del giornalismo triestino: il 28 gennaio una granata uccise a Mostar gli inviati Rai Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo mentre stavano realizzando uno speciale TG1 sui bambini vittime della guerra nell’ex Juguslavia; il 20 marzo, l’operatore dell’informazione Miran Hrovatin venne trucidato a Mogadiscio insieme alla giornalista Ilaria Alpi.

Parenti, amici e colleghi si mobilitarono affinché i quattro triestini uccisi non finissero nell’oblio. Da qui la nascita della Fondazione dedicata alla loro memoria, costituita con il proposito di accogliere a Trieste i bambini affetti da gravi patologie e non curabili nei loro paesi d’origine.

Già nel 1994 la Fondazione ricevette in comodato d’uso dalla Provincia di Trieste l’immobile di via Valussi 5, con l’obiettivo di farlo diventare presto il primo centro di accoglienza.

Quell’immobile – un vecchio convitto di inizio Novecento, gestito da suore e dotato di cappella, mensa e aule a scopi didattici – era però dismesso da anni. Fu la stessa Fondazione, con 750 milioni di vecchie lire finanziati dalla Regione, a incaricarsi della sua ristrutturazione, in cambio dell’uso gratuito e ventennale. Solo una volta sbloccati i fondi pubblici, la ristrutturazione complessiva dell’immobile poté cominciare. I lavori vennero portati avanti secondo il progetto messo a punto dalla Provincia, nel rispetto della conformazione originaria della struttura. (Cfr. foto in allegato dell’immobile, prima e dopo la ristrutturazione).

A quattro anni dalla tragedia di Mogadiscio, il 20 marzo 1998 il centro di via Valussi venne inaugurato. Da allora, la Fondazione ha ospitato all’interno circa 600 bambini e 900 familiari, occupandosi anche della manutenzione, straordinaria e ordinaria, dell’immobile. Proprio perché  i lavori di manutenzione sono stati effettuati senza gravare sull’ente proprietario, il comodato gratuito ventennale scadrà il 28 febbraio 2017, con tre anni di proroga rispetto a quanto previsto inizialmente.

E proprio in vista di questa scadenza che quest’estate sono cominciate le trattative fra la Provincia di Trieste e la Fondazione.

Attualmente la Fondazione ospita 31 persone, fra bambini e loro familiari. Il centro di via Valussi offre 25 posti letto, suddivisi in nove stanze. L’altra casa di accoglienza della Fondazione, situata nella vicina via Chiadino, di posti ne offre una quindicina, suddivisi in quattro stanze. Lo stabile in via d’acquisto copre dunque da solo tre quarti del numero di posti letto offerti complessivamente dalla Fondazione.

Ci sono anche delle ragioni logistiche che hanno fatto maturare l’idea dell’acquisto. Il centro di via Valussi è infatti situato in una posizione strategica che permette alla Fondazione di accompagnare rapidamente con i propri mezzi gli ospiti all’ospedale infantile Burlo Garofolo.  La vicinanza alla casa di via Chiadino permette agli operatori di sposarsi velocemente da una struttura all’altra.

Vi sono poi ragioni per così di dire di natura “sociale”, che hanno a che fare con la convivenza con gli altri abitanti del rione di Chiadino dove lo stabile storico di via Valussi è insediato. A fine anni Novanta, infatti, l’avvio del progetto nel quartiere non è stato fin da subito facile. Solo un’attenta gestione ha permesso, anno dopo anno, una graduale integrazione, al punto che oggi entrambe le strutture residenziali della Fondazione si può dire che siano state felicemente “adottate” dai residenti.

Inoltre, per la Fondazione diventare proprietaria dell’immobile permette di superare l’incognita sul futuro interlocutore cui verranno affidate le funzioni attualmente di competenza della Provincia.

Più in generale, infine, l’acquisto dello stabile permette alla onlus di acquisire una solidità finanziaria maggiore, aumentando la sua capacità di richiedere finanziamenti specifici.

Una casa per i nostri bambini: clicca e leggi il Comunicato stampa emesso in forma congiunta con la Provincia di Trieste

Com’era via Valussi prima che la Fondazione la ristrutturasse? Guarda la galleria fotografica: