Annunciati i finalisti del Premio Luchetta 2022
Dallo Yemen, dove è un bambino di 9 anni cieco dalla nascita a guidare una classe senza insegnanti, all’Afghanistan travolto dal regime talebano, dove la scuola viene abbandonata e i padri perdono il lavoro. Al sud Madagascar colpito dalla carestia climatica, dove i bimbi mangiano pelle di bue e foglie di cactus bollite. Storie importanti che sono state scelte come finaliste della diciannovesima edizione del Premio Luchetta, che si terrà a Trieste il 3 e 4 giugno. Un premio giornalistico internazionale che, dal 2004, sensibilizza sui diritti dell’infanzia e che rappresenta un “mosaico di sguardi sulle emergenze italiane e internazionali nella violazione dei diritti dei minori”. A presiedere la Giuria per questa edizione la giornalista Maria Concetta Mattei, Direttrice della Scuola di Giornalismo di Perugia, che spiega: “l’edizione 2022 del Premio Luchetta è un’istantanea sulla sofferenza dei minori nel mondo, alla soglia del conflitto in Ucraina. Documenta i raid micidiali nella Striscia di Gaza, l’emergenza dell’abbandono scolastico in Afghanistan, gli abusi inflitti a bambini e adolescenti nelle carceri in Uganda, la reclusione in Siria di piccolissimi detenuti, il lavoro estenuante dei minorenni che ricostruiscono Raqqa, città devastata dai bombardamenti”.
Per la sezione TV NEWS in finale quest’anno i servizi di Giammarco Sicuro (Tg2 Storie), Orla Guerin (BBC World News) e Leonardo Zellino (TG2 Storie). Nella terna finalista della STAMPA ITALIANA il Corriere della Sera / La 27esima Ora con Rita Rapisardi e Federica D’Alessio, Barbara Schiavulli per Radio Bullets e Valerio Giacoia di Left Magazine. Nella sezione REPORTAGE in gara Gregorio Romeo per Piazza pulita La7, Alessandro Gaeta di Rai Speciale TG1 e Nicolas Bertrand di France2. Per la STAMPA INTERNAZIONALE selezionati i reportage di Jason Burke su The Guardian, Campbell Mac Diarmid di The Telegraph e Pignède Noé / Céline Martelet de La Libre Belgique. Infine per la sezione FOTOGRAFIA in finale gli scatti di Haitham Imad – Epa su The Washington Post, Sedat Suna – Epa su The Guardian e Sam Tarling su The Telegraph.
L’Osservatorio del Premio Luchetta, istituito nel 2004 dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin con la RAI, conta sui contributi di giornalisti che spesso rischiano la vita per informare su quanto accade nel mondo. “Reportage, articoli, fotonotizie: sono tutte straordinarie le testimonianze dei finalisti al Premio Giornalistico Internazionale intitolato a Marco Luchetta – spiega Maria Concetta Mattei – ciascuno rappresenta un documento prezioso su un diverso fronte d’emergenza. Insieme costituiscono una rassegna significativa dei diritti dei minori tuttora negati in Italia e nel mondo. Oggi la guerra in Ucraina sta aggravando un bilancio che era già drammatico. Una situazione che pesa in modo inaccettabile sui più piccoli e sugli adolescenti”.
In gara per l’edizione 2022 ci sono gli articoli, i servizi e i reportage pubblicati o diffusi fra il 3 marzo 2021 e il 15 febbraio 2022, capaci di testimoniare con sensibilità le ingiustizie e le violenze sui più piccoli: uno spirito umanitario fatto proprio dalla Fondazione Luchetta, che dal 1994 garantisce accoglienza e intervento sanitario ai bambini affetti da malattie non curabili nel loro Paese.
Il Premio Luchetta è stato istituito in ricordo della troupe Rai composta da Marco Luchetta, Alessandro Sasha Ota e Dario D’Angelo, trucidata da una granata a Mostar il 28 gennaio 1994, e del collega telecineoperatore Miran Hrovatin, assassinato pochi mesi dopo a Mogadiscio con la giornalista Ilaria Alpi. L’appuntamento 2022 con ‘Le Giornate del Premio Luchetta’ e con la rassegna di incontri e focus sui vincitori, è fissato il 3 e il 4 giugno a Trieste, al Teatro Miela, dove avrà luogo anche la consegna dei riconoscimenti di questa diciannovesima edizione.
“Mai come in questo momento si sente il bisogno di testimonianze reali e obiettive che possano aiutare a capire e a costruire quella pace che tutti desideriamo – osserva la presidente della Fondazione Daniela Luchetta – siamo arrivati alla diciannovesima edizione del Premio intitolato a Marco e che ricorda, nelle varie sezioni, anche i suoi colleghi. Posso dire, con grande soddisfazione che anche quest’anno sono pervenuti alla giuria lavori bellissimi, che hanno creato non pochi imbarazzi per le inevitabili scelte. Si è deciso, proprio per questo motivo, di dare spazio anche ai finalisti con dibattiti a tema che si svolgeranno il 3 e il 4 giugno al teatro Miela”.
Come anticipato poc’anzi, per la sezione Tv News sono in gara i servizi di Giammarco Sicuro per Tg2 Storie, che in presa diretta dall’Afghanistan denuncia l’emergenza gravissima di oltre tre milioni e mezzo di bambini malnutriti, che lasciano la scuola, costretti a dedicarsi alla raccolta di rifiuti ‘utili’ o a mendicare; di Orla Guerin per BBC World News, che racconta la devastazione anche degli edifici scolastici nello Yemen, dove è un bambino di 9 anni, cieco dalla nascita, a guidare una classe rimasta senza insegnanti; e di Leonardo Zellino per TG2 Storie, dall’inferno di Point Zero lungo il confine tra Afghanistan e Pakistan, a Torkham, dove un cancello separa i destini di donne, uomini e bambini, in fuga dal regime talebano. Nella terna finalista della Stampa Italiana ci sono il Corriere della Sera / La 27esima Ora con l’inchiesta realizzata da Rita Rapisardi e Federica D’Alessio sul fenomeno dei bambini strappati alle madri separate accusate di alienazione parentale, e rinchiusi nelle case-famiglia oppure obbligati a frequentazioni o convivenze forzate con genitori violenti; Barbara Schiavulli, che per Radio Bullets ha raccontato la richiesta di aiuto di quattro bambini soli nella periferia di Kabul, nel pieno della crisi umanitaria, politica e sociale dell’Afghanistan: la storia di quattro sorelle e fratelli alla fame, psicologicamente stremati, alla resa. E Valerio Giacoia che su Left descrive la tragedia di una comunità di diseredati nei villaggi di Watamu, a pochi chilometri da Malindi, in Kenya, dove bambini poverissimi scoprono il tennis, riappropriandosi del tempo per il gioco e di diritti finora negati.
Nella sezione Reportage in gara Gregorio Romeo per il lavoro dedicato a Gaza in onda per Piazza Pulita, su La7 e realizzato da remoto nel pieno della pandemia, in un momento in cui viaggiare era impossibile, raccontando con un format innovativo i bombardamenti costanti e la trappola di chi vive fra Israele e Hamas; Alessandro Gaeta di Rai Speciale TG1 per un reportage sull’infanzia negata che attraversa tutta l’Italia, dalle serre per l’ortofrutta in provincia di Ragusa dove lavorano i migranti minorenni alla frontiera con la Slovenia, che ha portato in Italia 10mila minori non accompagnati solo nel 2021. E Nicolas Bertrand di France2, che ha raccontato il sud del Madagascar colpito dalla peggiore siccità degli ultimi quarant’anni, dove i bambini si possono nutrire solo con pelle di bue o con foglie di cactus bollite. Per la Stampa Internazionale selezionati i reportage di Jason Burke, che ha documentato su The Guardian i crimini e la repressione del governo ugandese dopo le elezioni: un regime nel quale i bambini venivano arbitrariamente arrestati e detenuti, abusati sessualmente e fisicamente. Di Campbell Mac Diarmid che su The Telegraph ha rivelato per la prima volta come il governo britannico stia finanziando alcune prigioni siriane dove centinaia di bambini, alcuni di appena 2 anni, sono detenuti a tempo indeterminato senza imputazione, in violazione dei diritti dell’uomo. E di Pignède Noé / Céline Martelet di La Libre Belgique: un lavoro dedicato alla città di Raqqa, strappata ai jihadisti dell’ISIS: oggi, tra le rovine, i bambini sono al lavoro per ricostruire la loro città.
Infine per la sezione Fotografia sono in finale tre scatti drammatici: sono di Haitham Imad – Epa che sulla prima pagina del Washington Post mostra i fratelli del quindicenne Mahmud Tolba, ucciso in un attacco aereo israeliano, in lutto durante il suo funerale a Gaza City. Di Sedat Suna – Epa che ritrae su The Guardian un bambino afgano, mentre si nasconde all’interno di un tubo fognario di cemento, dopo aver attraversato il confine dall’Iran alla Turchia. E di Sam Tarling che su The Telegraph documenta la detenzione illegale e ingiustificata di centinaia di bambini nelle prigioni siriane chiamate “Guantanamo per bambini”.