Link, premio Fondazione Luchetta a Giulio Regeni
Va Giulio Regeni, il ricercatore friulano seviziato e ucciso a inizio anno in Egitto, il Premio Speciale 2016 conferito dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin nell’ambito del Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta.
lo ha annunciato domenica a Link – Premio Luchetta Incontra – la presidente della Fondazione, Daniela Luchetta, che ha spiegando come “è il nostro contributo alla ricerca della verità, nella certezza che mai potrà essere fatta giustizia”.
Un riconoscimento è stato consegnato ai fratelli Paolo e Giampietro Gherbassi, odontoiatri triestini, per il loro impegno gratuito a favore dei bambini della nostra Fondazione, e in generale per la loro attività professionale di beneficenza a favore dei bambini. A consegnare il riconoscimento nelle mani del dott. Giampietro Gherbassi è stata Daniela Luchetta accompagnata da Shalom, una piccola ospite della Fondazione.
Sabato durante Link sono stati presentati i finalisti del Premio Luchetta 2016. Finale tutta straniera annunciati dalla giornalista Rai Maria Concetta Mattei e dal segretario di giuria Giovanni Marzini.
Tre servizi BBC sono innanzitutto in finale per le Tg News del Premio Luchetta 2016, firmati da Fergal Keane (Premio Luchetta 2012) con Nicholas Springate, che hanno raccontato l’epopea di una bimba siriana in sedia a rotelle, riuscita a fuggire dal suo Paese; da Caroline Hawley sulle conseguenze di una guerra senza fine per l’infanzia siriana e da Quentin Sommerville, che è riuscito a intervistare i bimbi soldato fuggiti all’addestramento dell’Isis.
Gli stessi temi riecheggiano nella sezione reportage: in finale ancora la BBC con Hazel Chandler e lo speciale sui bimbi soldato della Sierra Leone, oltre al Tg3 con il reportage di Nico Piro (Premio Luchetta 2009) sul campo rifugiati di Grand Synthe nella Francia atlantica; e all’Espresso.it che ha prodotto il servizio di Cristina Mastandrea e Floriana Bulfon diffuso da La7 e RaiNews24 sui minori in fuga dalle guerre soli e senza famiglia, abbandonati a se stessi nella giungla delle metropoli.
Per la stampa italiana in finale al Premio Luchetta 2016 tre emozionanti reportage che mettono a fuoco storie di migranti in fuga dal terrore: Alessandra Coppola del Corriere della Sera ha raccontato la storia di una famiglia siriana in cerca di cure per la figlia ammalata; Pietro Del Re su Repubblica ha ripercorso l’odissea del giovanissimo Abdul, sbarcato a Kos dall’Afghanistan; Niccolo’ Zancan sulla Stampa ha fotografato il dramma dei migranti fra Grecia e Macedonia, assediati dal filo spinato nell’agosto 2015.
Per la stampa internazionale si contendono il Premio Luchetta 2016 tre grandi testate: New York Times, che ha raccontato con Katrin Bennhold la storia del piccolo Reza, rimasto orfano nella fuga attraverso la Macedonia; El Pais, intervenuto con Alejandra Agudo sul problema della scolarizzazione per le bambine in Bangladesh; il Mirror, sullo scandalo dei bambini africani che lavorano nelle discariche per recuperare i fili di rame dai computer, raccontato da Tom Parry.
Per la sezione fotografia dedicata a Miran Hrovatin sono in gara gli scatti di Fabrizio Villa, pubblicato dal Corriere della Sera – La Lettura per ricordare i ‘figli del mare’, piccoli Avlan morti nelle acque nel 2015; di Gjorgji Lichovski, per la fotografia del bimbo che consola suo padre davanti allo stop ai migranti nei Balcani, pubblicato su the Huffington Post; e di Iker Pastor, che ha colto l’attimo in cui i genitori siriani lavano il neonato Bayan fuori dalla tenda del campo profughi, apparso in Italia su Repubblica.